Il nucleo principale dell’eruzione fu il Macizo del fuego (massiccio del fuoco), nel quale ci troviamo, il cui punto più alto si trova a 125 metri. Questo vulcano è coperto di scorie e ceneri che appartengono alle eruzioni vulcaniche del XVIII secolo, potendosi apprezzare nella cresta zone più vecchie che non furono totalmente coperte dalle lave moderne. Queste zone vengono denominate “islotes”, isolotti, e vi abitano molte delle piante e degli animali che sopravvissero al cataclisma vulcanico e che in seguito si sono diffuse lentamente nei nuovi sostrati con autentico anelito colonizzatore.

Questo complesso edificio si costruì a partire da più di una decina di punti eruttivi. Alla base del massiccio vulcanico si aprono fessure eruttive attraverso le quali fluirono abbondanti canali lavici. Dal nucleo principale della frattura si estendono verso oriente ed occidente vulcani di gran bellezza plastica come il Corazoncillo (cuoricino) che costituisce uno degli esempi più spettacolari di tutta l’area di Timanfaya. Come possiamo vedere, si tratta di un cono anulare, che possiede un unico cratere centrale con oltre 500 metri di diametro e 170 metri di profondità. Il fondo del cratere sprofonda 100 metri sotto la base esterna dell’edificio.